Friday 22 June 2012

Wannabe a blogger (?)


Sono stata un po’ latitante negli ultimi tempi. Ma ho avuto i miei buoni motivi. E soprattutto, non me li aspettavo. (Seguirà post di riflessione sul random che ci circonda).

La realtà è che io non ci sono mai entrata in questi meccanismi dei bloggers che sono amiconi tra di loro e si mandano anche baci e abbracci. Non pensavo si potesse essere tendenzialmente sociopatici anche nella rete. Ma siccome voglio essere una ggiovane che si adegua alla flessibilità dei nostri tempi, ho stilato una classifica che pare che si usi molto tra le blog-community. In realtà credo che sia già fuori moda, perché è dai tempi di Amélie che è nata l’epidemia di “le piccole cose impensabili che ci rendono felici”. Però, devo pur sempre mantenere la cifra grottesca del blog, quindi trovo più adeguata questa classifica:

Le piccole, ma sentite, intolleranze quotidiane

1-      L’esplosione di libri/ cd di gente famosa nell’immediato post-mortem. (dialogo alla Feltrinelli: “scusi, cercavo il libro di quell’autore, quello morto da poco: Samarago”)

2-      L’espressione “piuttosto che” utilizzata come sinonimo di “oppure” (Utilizzato peraltro con la convinzione di sfoggiare un lessico ricercato)

3-      Chi si presenta con cognome e nome.

4-      I termini inglesi italianizzati (“bypassare” su tutti);

5-      Le foto in posa davanti ai monumenti; (possono anche essere belle eh. Ma partendo dal presupposto che sono meno fotogenica di una sedia a dondolo, mi dispiace rovinare la memoria di fior di artisti che non avranno progettato il monumento in questione per immortalare un campionario  variegato di espressioni ebeti)

6-      Il momento in cui il sole va via dal balcone in primavera; (ok, concedetemi un po’ di poesia in questa vita difficile. -Scusate, ora vado a registrare i diritti d’autore, prima che Fabio Volo me la rubi-)

7-      La risposta “di tutto” alla domanda “che musica ascolti?”;

8-      “Raccontami!” al ritorno da un viaggio; (Preferibilmente posta da illustri sconosciuti per colmare silenzi imbarazzanti)

9-      Il latte tiepido.
10- "Ah, sai il russo??? e dimmi qualcosa!" ("addio"- va bene?)

Non so se arriverà mai una lista di cose che amo- perchè giuro che esistono delle cose che amo.
Ma ho sempre trovato più difficile scrivere di cose belle, perchè mi sembra che ci siano meno parole per farlo, senza rischiare di banalizzarle.
  E comunque no, non la metto la foto di Amelié con le fragole sulle dita.

                                                                                    "La felicità si racconta male, perché non  
                                                                         ha  parole, ma si consuma e nessuno se ne accorge"
                                                                                                                   ( Jules et Jim)