Tuesday 14 January 2014

Imprenditori, grazie di tutto

La mia giornata è cominciata male ed è proseguita peggio. 
Anche perché ho letto questo  http://www.corriere.it/scuola/14_gennaio_14/i-giovani-italiani-che-ignorano-quello-che-serve-lavorare-f9e5ca0c-7cec-11e3-851f-140d47c8eb74.shtml. Vorrei quindi fare un elenco, che è un'attività che tende a darmi sollievo provvisorio. 
Lo dedico ai poveri "imprenditori che riferiscono che le loro aziende sono danneggiate dalla loro incapacità di trovare i lavoratori giusti" 

Carissimi tutti, ed esimio articolista del Corriere, oggi voglio ringraziarvi. 
1- Finalmente avete dato una definizione al mio status. Sono una "giovane poco adatta al lavoro". Era ora, finalmente che qualcuno lo facesse. Pensate, una passa anni a cercare di dare un nome a quello che vuole diventare e al lavoro che fa e poi finisce per dimenticarsi anche come si chiama sul serio, perché per tutti è "la stagista". Ne ho avute di definizioni eh, ma mica mi convincevano tanto. Sono stata stagista neolaureata, in tirocinio di "formazione" chè gli anni di studi devi metterli in pratica tutti in tre miracolosi mesi, a formarti a botte di grandi sorrisi e strette di mano. Sono stata poi anche nel periodo NEET (not in employement, education or training), chè l'inglese ci proietta a livello internazionale nel "mal comune mezzo gaudio". 
Poi sono stata di nuovo stagista, sempre per imparare tante belle cose chè quegli anni di studi proprio a una beneamata mazza sono serviti. Il problema che nessuno vuole approfondire è la definizione post- stage. C'è vita dopo lo stage? Qualcuno aveva detto pure choosy, ma non è durata poi tanto. Meno male che ci avete pensato voi. Ora che ho una certa età e diminuiscono pure le battute cretine sulla stagista, sempregrazieMonica, grazie a voi ho finalmente capito chi sono: una giovane poco adatta al lavoro.

2- Grazie per avermi aperto gli occhi sul fatto che fare la sardina sui mezzi pubblici partendo da una stanza dove vivi  finchè i tuoi ti pagano l'affitto, passare dieci ore in ufficio a svolgere tutto il campionario di attività snobbato dagli altri perché-tu-ti-devi formare, no, quello non è mica lavoro. E io che credevo che non è lavoro perché se lo fosse avrei "diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del mio lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a me e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa." Quanti fraintendimenti in questa vita.

3- Sentiti ringraziamenti anche per aver svelato che nonostante i quattro colloqui in cui ti chiedono di argomentare sulla preferenza tra sole cuore e amore fino al salto nel cerchio infuocato, rimaniamo tutti "ignoranti di quello che serve per lavorare".

4- Vi ringrazio perché a questo punto, non essendo evidentemente tra "coloro che hanno gli skill , le attitudini, le capacità, i talenti richiesti da questo o quel settore", comincio a lavorare al mio progetto di costruire una palafitta sul lago Bajkal e osservare le stagioni che passano. Ma forse pure per quello non ho skills (a proposito, skills va al plurale) sufficienti. Si tratta pur sempre di un contesto dinamico e in continua evoluzione, e non so se posso essere abbastanza performante.

5- Inoltre grazie, per avermi svelato una realtà che finora non ero riuscita a comprendere a pieno, per gravissime lacune di apprendimento: una classe imprenditoriale che rappresenta il migliore dei mondi possibili. E' questo il mondo che vogliamo, dove gli imprenditori ci dicano cosa imparare a scuola, con cosa condire l'insalata e cosa indossare nelle mezze stagioni. Una classe imprenditoriale che vorrei si potesse fotografare per farne un santino in salotto, quasi. 
Poi, io che non sono adatta al lavoro, ingenuamente penso che le competenze che ti richiedono sono una piccolissima parte di quello che trovi e impari in ufficio tutti i giorni, perchè tu-ti devi-formare. Per esempio, sarebbe bello che chi giudica inadeguato il livello di inglese poi ti stupisse con una pronuncia da Queen Elizabeth. Ma forse sono io che essendo poco adatta al lavoro mi incaglio su questi dettagli.

6- Vi ringrazio anche per aver notato che "non è una cosa positiva vedere un ampio numero di giovani scommettere il loro futuro su industrie in decadenza...". Siete sensibili osservatori, voi. Voi che magari con la vostra frase ad effetto "scommettere sul futuro", pensate di regalarci un brivido di emozione. Scommettiamo perché rischiamo e rischiare è bello. Io per esempio, una volta vorrei rischiare comprando un abbonamento annuale ai mezzi pubblici; quella si che è una scommessa, restare nello stesso posto per un anno e saperlo con discreto anticipo per poterlo programmare. Pensa te che adrenalina.  

Infine, grazie per averci fatto perdere ancora un po' di entusiasmo. 
Per aver vestito di incompetenza gli alibi dei danni scatenati dalle vostre piccolezze umane negli ultimi venti anni. Per averci ricordato che il senso di inadeguatezza è la dimensione scelta per noi in quest'epoca storica. La nostra inadeguatezza alle vostre richieste o la vostra alle nostre aspettative.

- Non hai mai provato la sensazione di avere qualcosa dentro di te che aspetta per uscire solo l'occasione che tu stesso potresti fornirle? Una specie di eccesso di potenza di cui non si fa uso, sai, come tutta l'acqua che precipita dalle cascate invece che passare attraverso le turbine?- Intendi tutte le emozioni che si potrebbero provare se le cose fossero diverse?- Niente affatto, penso ad una strana sensazione che provo in certi momenti, la sensazione di avere qualcosa di molto importante da dire e il potere di dirlo, ma senza sapere cosa sia e come si fa uso di questo potere

( A. Huxley, Mondo Nuovo)