“Seguimi lettore” (ehm, no forse quello di Bulgakov come
incipit è un po’ pretenzioso).
Sorvolo le presentazioni perché la mia potrebbe essere
quella di chiunque altro: 25 anni, laureata, disoccupata in cerca di posto/i nel mondo.
Ho pensato a lungo prima di “aprire” un blog- detta così
sembrerebbe molto più conveniente “aprirsi” una macelleria- perché l’ho sempre
considerato in conflitto con la mia scarsa costanza e la riservatezza di
mettere i fatti miei- anche se indirettamente- in giro. Sono due mesi che me l’ero
ripromesso, prima sulla fiera onda dell’indignazione dei discorsi di moda sui
ggiovani, “perché devo almeno scriverlo io della sfiga che mi è capitata ad
avere 25 anni ora”, poi perché “sarà bello leggere delle mie ansie per il
futuro quando sarò una donna realizzata”, virando infine verso un più modesto “è
un modo per passare il tempo senza avere la sensazione di sprecarlo del tutto”.
Poi un giorno è capitato che mi sono fermata a pensare a una cretinata in
treno, ma non avevo nessuno con cui condividerla o commentarla. Ho pensato di
scriverla. Siccome mi sembrava prematuro
e un tantino velleitario avviare una raccolta di aforismi o una sorta di “memorie di gioventù” dei
poveri, ho rivalutato il blog.
Insomma, aveva tutta la meraviglia del progetto campato in aria. Fino a che non si è scontrato con la realtà, manifestatasi sotto forma di titolo. Il titolo è importante, non scherziamo. Non si può fare mica come i nomi dei bambini che poi saranno destinati a farsi perculare per i primi 15 anni di vita. No. Il progetto è tornato nella dorata leggiadria dell’aere, fino a quando mi è stato detta di nuovo. Lei, la frase che più mi sono sentita dire negli ultimi dieci anni, e più che mai rappresentativa di quest’epoca della mia vita:
“QUANDO MENO TE L’ASPETTI”.
Insomma, aveva tutta la meraviglia del progetto campato in aria. Fino a che non si è scontrato con la realtà, manifestatasi sotto forma di titolo. Il titolo è importante, non scherziamo. Non si può fare mica come i nomi dei bambini che poi saranno destinati a farsi perculare per i primi 15 anni di vita. No. Il progetto è tornato nella dorata leggiadria dell’aere, fino a quando mi è stato detta di nuovo. Lei, la frase che più mi sono sentita dire negli ultimi dieci anni, e più che mai rappresentativa di quest’epoca della mia vita:
“QUANDO MENO TE L’ASPETTI”.
Tutti prima o poi
hanno avuto un quando meno te l’aspetti. Si adatta a tutte le stagioni. Hai 11 anni e sogni di avere le tette? “non ti
preoccupare, quando meno te l’aspetti le avrai”. Ne hai 16/18/20/23/25/39/40…e vuoi uno straccio di
uomo? “eh, vedrai che quando meno te l’aspetti.” Vuoi un lavoro super precario
con cui non paghi neanche un cappotto da Oviesse?” “massìì..quando meno te
l’aspetti!”.
Ora, io non ho mai capito bene come funziona il meccanismo del non aspettarselo: cioè, se ho tutte le cose a posto e quelle più grandi di me hanno le tette, perché non dovrei aspettarmi di averle anche io un giorno? (mica autobiografico, eh). Così pure, considerato che non ho tre teste, ma solo una anche a tratti pensante, non ho gravi forme di alitosi, non ho più cellulite della media, perché non dovrei pensare all’ipotesi di avere un uomo quantomeno con le stesse suddette caratteristiche? Ancora, perché non dovrei aspettarmi un lavoro dignitoso, dal momento che una laurea me l’hanno data, faccio un uso responsabile del congiuntivo e ho tutte le abilità prensili intatte?
Ora, io non ho mai capito bene come funziona il meccanismo del non aspettarselo: cioè, se ho tutte le cose a posto e quelle più grandi di me hanno le tette, perché non dovrei aspettarmi di averle anche io un giorno? (mica autobiografico, eh). Così pure, considerato che non ho tre teste, ma solo una anche a tratti pensante, non ho gravi forme di alitosi, non ho più cellulite della media, perché non dovrei pensare all’ipotesi di avere un uomo quantomeno con le stesse suddette caratteristiche? Ancora, perché non dovrei aspettarmi un lavoro dignitoso, dal momento che una laurea me l’hanno data, faccio un uso responsabile del congiuntivo e ho tutte le abilità prensili intatte?
Poi, data la frequente ricorrenza della frase in tempi
recenti, l’illuminazione. È modo gentile
per liquidare le tue lamentele che in realtà, dietro all’evidente parvenza di
presa per i fondelli, cela l’alone
confortante del caso. Ti legittima a non pensarci, perché in fondo non dipende
da te. Non potrai mai essere responsabile
di quello che avviene per caso. Non potrai fare nulla per manipolare il
caso. Inoltre, implica intrinsecamente
una felicità raddoppiata dall’eventuale verificarsi del fausto evento per il
semplice fatto che dovrebbe caderti dal cielo. Il tutto, detto a una che ha una
tendenza al controllo e al “mi-faccio-da-sola” pari all’attitudine al trash di Lady Gaga, non è proprio bello.
Ecco. Questo blog è
l’unica cosa nata quando meno me l’aspettavo, quando invece mi aspettavo di
essere super-impegnata in giro per il mondo. La diffidenza verso il “meno aspettarselo”
persiste eh, però fino ad ora nemmeno “quando più me l’aspetto” ha prodotto
grossi risultati. Di conseguenza, è ora di
affidarci al caso, di scrivere quello che il caso richiede, di sentenziare su
notizie a caso, di pontificare su disagi giovanili a caso, di raccontare fatti
miei o altrui a caso. Quindi, diciamo basta ai fili logici.
Sarà tutto molto random, ma mica per niente: è
che così non te l'aspetti.
Adoro il tuo blog! E ho sempre ammirato il tuo modo di raccontare e di descrivere...così divertente e ironico! Mi piace, mi piace, mi piace!
ReplyDeleteGrazie Anto!!!
ReplyDeleteQuando meno te l'aspetti,oggi ho letto 3 pezzi del tuo blog....e non posso che dirti grazie...perché aiuti a identificare i sintomi della sindrome RI ed io credo di averli tutti,ma si può guarire se scegli di convivere con la malattia e non di combatterla.Ci tocca e Cè la possiamo fare!
ReplyDeleteCara Irony, grazie per il tuo comprensivo commento...ti rispondo qui, come sempre condivido alla grande quello che scrivi e che esprimi nel blog. Io ormai sto davvero iniziando a non aspettarmelo più, sto cacchio di lavoro. Sarà mica la volta buona?! :-)
ReplyDelete