Cosa c'entra il percorso dell'Eurotunnel con Morgan Freeman? Mettetevi comodi.
Era un’autunnale e lenta domenica londinese quando la mia
giornata fu rischiarata da Eurolines. Nove pound. Con nove pound sarei tornata
da Bruxelles, dopo uno splendido fine settimana da amici e un comodo eurostar
all’andata.
Era un’autunnale e lenta domenica brussellese quando un’ assonnata
ragazza con un francese stentato chiedeva se quell’autobus dalla grande scritta
Eurolines fosse diretto a Londra.
Il conducente era Morgan Freeman. Vi giuro, era uguale. Mi
dice che l’autobus sarebbe arrivato a Londra 6 ore dopo, “HOPEFULLY”. Si assicura che
io sia cittadina europea, chiedendomelo con la stessa intensità con cui diceva
a Clint Eastwood in Million Dollar Baby: “ la gente muore ogni giorno Frankie,
lucidando i pavimenti o lavando i piatti.”
Quindi, saliamo sull'autobus dove evidentemente le persone
hanno paura di morire di stenti, visto che neanche sedute cominciano a tirare
fuori cibo di ogni tipo (11.30 del mattino), roba che ho visto solo sulle
spiagge campane a ferragosto. Dopo aver fatto un pratico giro per Bruges, Morgan
si ferma e annuncia solennemente al microfono.
“Good
morning ladies and gentlemen, I am your driver.
On this coach drugs and alcohol
are forbidden. Weapons are forbidden as well.
So, if you are carrying drugs, alcohol,
drugs or weapons, throw it away. NOW.”
Sempre più assertivo, prosegue:
“On this coach, I take care of my ladies. So,
men: flush the toilet and dry the seat.”
Passandomi vicino, osserva il tunisino seduto accanto a me e
esclama con la solita impassibilità: “darling, there is a more comfortable seat
over there. Please, go there” Io declino gentilmente, ma a quel punto il
tunisino si sente, chissà perchè, in imbarazzo e si allontana rapido.
Su questa ventata di patriarcato afro-americano,
partiamo alla volta dell’Eurotunnel, con il sottofondo musicale di Etta James,
cinguettato da Morgan di tanto in tanto. Nel frattempo, in una nota di colore e
surrealità, tra gli ameni paesaggi belgo-francesi, periodicamente mi passano davanti
autobus dalla scritta “Leoncino viaggi, Casoria (NA)”.
Arrivati alla frontiera, dopo essermi emozionata al
passaggio a Dunkerque, come una qualunque nerd di Relazioni Internazionali,
comincia il controllo passaporti e bagagli. Superato il primo step, si passa
inspiegabilmente all'apertura di tutti le valigie. Lo sventurato poliziotto
a cui sono capitati i miei deve aver rimpianto di non aver trovato un
terrorista ceceno. Perché nella mia borsa e nella mia valigia c’era questo
mondo e anche un altro. Dopo la valigia e la supervisione di slip, mascara e
calzini lo vedo in un primo momento di difficoltà perché non riesce a
richiuderla; deve avere una moglie davvero rompicoglioni a giudicare dal
terrore che ho letto nei suoi occhi quando mi ha guardato chiedendomi di farlo da sola.
Poi siamo passati alla borsa: oltre a vari cimeli, gadget dell’UE,
libri, panini e mele, si dà il caso che io avessi in borsa un pacco di preservativi. Ora, volendo evitare discorsi di pregiudizi
di genere o bacchettoni, onestamente cosa pensereste di una/o che si imbarca da
sola in un viaggio di 6 ore in autobus con dei preservativi in borsa? Le mie
opzioni sarebbero:
a)
Pratica abitualmente turismo sessuale;
b)
Si tiene pronta per ogni evenienza;
c)
Ha un uomo strafigo che l’aspetta alla stazione
Invece la risposta esatta sarebbe:
d)
Li ha vinti la sera prima in un drinking game
ad una festa.
Il poliziotto, che in quell'esatto momento mi stava
chiedendo perché stessi andando a Londra, giustamente glissa, non riuscendo
però a trattenere un sorrisino ebete. A chiudere definitivamente il controllo ci pensa però la scoperta del tabù millenario degli esseri di sesso maschile dai tempi dell’homo sapiens: un assorbente.
Maneggiandolo come una mina anti-uomo, rimette velocemente tutto in borsa e mi
congeda cordialmente.
Tornati a bordo, Morgan con i suoi due denti d’oro
annuncia placidamente che non si può ripartire perché sull’autobus è stata
trovata un’ingente quantità di ecstasy, che ovviamente non si sa a chi
appartenga. È l’inizio di 4 ore di permanenza davanti al grigiore del casello
dell’eurotunnel. Altre perquisizioni, altre scene imbarazzanti con preservativi
e assorbenti.
Molta amicizia, tutta una grande famiglia; Morgan decide di adottarmi insieme a due
ragazze tedesche, per il discorso del patriarcato di cui sopra. Lo stesso
motivo per cui verremo esentate da altri controlli: in una bieca ottica
individualista e politically incorrect, è stato piacevole scoprire l’esistenza di
un campo in cui essere donna e avere un passaporto italiano comporta così tanti
vantaggi, ecchecavolo. Nell'ottica più obiettiva e un po' più seria di chi si trova per la prima volta in situazioni di questo tipo, invece è stato impressionante osservare quanto i luoghi comuni e i pregiudizi possano influire su presunte scelte di sicurezza delle vite degli altri. Gli unici ad essere stati sottoposti a perquisizione fisica sono stati uomini, tendenzialmente non europei.
Arrivati a quota 4 ore, credo che la polizia abbia temuto che Morgan tirasse fuori una sciabola come in Robin Hood e ci hanno lasciato ripartire, dopo aver fermato un tizio X che pare avesse confessato (probabilmente sotto minaccia di Morgan).
La lenta, lentissima domenica autunnale si chiude infine a
Londra alle ore 21.00.
Una cosa è certa: la prossima volta parto con Leoncino viaggi, Casoria, (NA)
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